Nel quadro Ballerini
riesce a rendere in pieno l’atmosfera di un balletto e la
grazia della compagnia; con pochi tocchi di pastelli coglie la istantaneità di
un momento restituendo, sul piccolo spazio di un foglio, la concitazione e la
dinamica della danza. Al bianco dei tutù si contrappongono tocchi gialli e
bruni. L’opera è l’emblema della poesia e della danza poiché riesce a ritrarre
tutta la leggerezza e le qualità cangianti
delle sue ballerine. Le tonalità di viola accese di giallo, di rosa e di
azzurro rendono sensazioni tattili e olfattive. Le sue ballerine sono tutte
protagoniste.
Bozzetto teatrale
: Costruisce una donna di grande eleganza, mondana, che
rivela curve morbide e sensuali. La sua figura, pur volendo essere snella, è
forte: la testa è bella, gli zigomi marcati, le labbra rosse. Un corpo dinamico
che guarda attraverso le fessure smeraldo dei suoi occhi. Ha una grande potenza
che rivela non solo sensualità ma trascendenza.
Pensieri incerti
: Una donna dall’atteggiamento energico e volitivo, un
volto segnato dall’età, la cui figura assume una semplicità caricaturale ed
un’aria grottesca nell’espressione delle emozioni. Espressione di stati
d’animo: di tristezza, angoscia, ma anche calma distaccata ove si coglie,
quasi, il senso drammatico dell’esistenza e che lascia ipotizzare un
significato implicito immaginando un particolare contesto. Esprime infatti,
sicuramente, esperienze personali e sembra quasi evocare immagini e situazioni.
Si colgono nei suoi tratti e nello sguardo il senso della contraddittorietà
della vita e della sua precarietà.
Volto di giovane donna: La figura è essenzialmente immobile, fisicamente
affascinante, domina lo spazio circostante col portamento austero, fiducioso
della bellezza che si fa ammirare, è il trionfo della giovinezza, dotata di
eleganza allusiva e di soavità; richiama nella sua bellezza l’arte dei musei.
Ha, infatti, questo volto, la compostezza solenne di una dea classica, donna
fiera e sicura di sé.
La Madonnina della fraternità: C’è in questa
Madonnina, bellissima, apparentemente spoglia, una soavità una elevatezza
dell’espressione che trascende la bellezza dei tratti e che conferisce
all’immagine, grazie ad un fascino superiore, una dimensione simbolica, una
immensa spiritualità che (sicuramente) trasmette in chi la ammira. L’arte ha in
comune con la religione il suo scopo finale, che è l’espressione e la
rilevazione del divino “l’arte bella”, dice Hegel, ”ha per condizione
l’autocoscienza dello spirito libero” e, come dice Elliot, “se il Cristianesimo
se ne va, se ne va tutta la nostra cultura”. In “2 Aprile”
la sua intenzione non è quella di dipingere un gruppo di
fedeli ma di immortalare un istante di vita particolare. Un quadro elegante e
suggestivo dall’atmosfera sospesa quasi magica in cui l’uso sapiente del colore
contribuisce alla freschezza dell’esito finale. Il quadro è di toccante
intensità, e va oltre le sue apparenze: dietro il dipinto sentiamo la certezza
di Dio. La sua arte è contemplazione, visione, rappresentazione, intuizione
“pura” di immagini . Le sue immagini hanno vita, sono le sue visioni del mondo
interno tradotte in linguaggio pittorico e, per dirla con Croce; “l’artista non
sarebbe tale se non avesse un sentimento da elaborare”.In
questo quadro così come in Speranza di pace
e in Tenera luce sul mondo si evidenzia il suo itinerario artistico che
rivela l’attenzione e la sofferenza per le grandi tematiche che affliggono
l’umanità e lo fa, riuscendoci per l’alta qualità espressiva, con l’occhio del
Pittore che addita agli
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